Un intervento pionieristico che segna una svolta nella chirurgia dei trapianti in Italia ed Europa.
Al Policlinico di Modena è stato eseguito per la prima volta in Europa un trapianto di fegato da donatore vivente con tecnica completamente robotica, sia per il donatore che per il ricevente. Un risultato straordinario che, fino a oggi, era stato realizzato solo in pochi centri di riferimento internazionale, come Seoul e Riyadh.
L’intervento, avvenuto lo scorso giugno con l’impiego del robot chirurgico da Vinci, ha previsto il duplice passaggio del prelievo dell’emifegato dal donatore e del successivo impianto nel ricevente, entrambi eseguiti in modalità mini-invasiva. I due pazienti sono stati dimessi in buone condizioni: il donatore dopo soli 4 giorni, il ricevente dopo 10.
Innovazione e sanità pubblica al servizio dei cittadini
“La nostra sanità pubblica dimostra ancora una volta di essere all’avanguardia, capace di coniugare tecnologie avanzate e competenze straordinarie” – hanno dichiarato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, e l’assessore alla Salute, Massimo Fabi, durante la conferenza stampa a Bologna.
La Regione ricorda che la rete donativa e trapiantologica può contare oggi su 23 sedi donative e tre centri trapianto (Modena, Bologna e Parma), diventati punti di riferimento nazionali e internazionali. Un sistema che poggia sulla generosità dei donatori e sul lavoro delle associazioni che promuovono il valore del dono.
Precisione chirurgica e ridotta invasività
Il professor Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia oncologica, epatobiliopancreatica e trapianti di fegato dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena e docente UniMoRe, ha spiegato i vantaggi dell’approccio robotico:
- ingrandimento dell’immagine, simile a un intervento eseguito con microscopio;
- eliminazione del tremore fisiologico del chirurgo;
- maggiore precisione nelle suture;
- ridotta invasività, con un’unica piccola incisione cutanea.
Questi aspetti permettono di offrire procedure più sicure e meno traumatiche sia per il donatore che per il paziente in attesa di trapianto.
Un centro di eccellenza con riconoscimento internazionale
Il Centro Trapianti di Modena, attivo dal 2000, ha già effettuato oltre 1.500 trapianti di fegato. Dal 2019 ha esteso l’utilizzo della robotica anche al trapianto di rene da donatore vivente.
Il gruppo guidato da Di Benedetto ha partecipato come protagonista a tre Consensus Conference mondiali:
- Parigi 2023, sulla robotica nei tumori epatici e pancreatici;
- Riyadh 2024, sulla robotica nei trapianti d’organo;
- Toronto 2025, sulla sicurezza del donatore vivente.
Secondo il direttore generale dell’Aou modenese, Luca Baldino, si tratta di “un grande passo avanti nella chirurgia dei trapianti, frutto di competenza, ricerca e responsabilità etica verso donatori e riceventi”.
Una nuova frontiera della chirurgia dei trapianti
Il successo modenese conferma l’Italia come protagonista nell’innovazione sanitaria internazionale, aprendo nuove prospettive per il futuro della chirurgia dei trapianti. La combinazione di tecnologia robotica, formazione dei giovani chirurghi e rete trapiantologica avanzata rende il Policlinico di Modena un centro di eccellenza europeo.