Street Art: uno studio svela perché il rosso sbiadisce e il nero resiste nei murales

Università di Pisa, CNR e Università di Perugia hanno condotto un innovativo studio sul murale Musica Popolare (2017) del collettivo Orticanoodles a Milano, dimostrando come droni e nuove tecnologie possano rivoluzionare la conservazione della street art, oggi riconosciuta come patrimonio culturale contemporaneo ma soggetta a rapido degrado.

I risultati sono stati pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).

Street art e conservazione: il progetto SuPerStAr

La ricerca nasce nell’ambito di SuPerStAr (Sustainable Preservation Strategies for Street Art), coordinato da Francesca Modugno dell’Università di Pisa e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. L’obiettivo è sviluppare metodologie sostenibili per monitorare e preservare i murales, riducendo tempi e costi rispetto agli approcci tradizionali.

Il caso studio scelto è stato il murale Musica Popolare, che con i suoi 400 mq raffigura figure simbolo della cultura milanese come Dario Fo, Ornella Vanoni, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, diventando un punto identitario del quartiere Ortica.

Il metodo innovativo: droni e imaging multispettrale

Gli studiosi hanno combinato analisi spettroscopiche portatili, imaging iperspettrale e rilievi multispettrali da drone, integrati da analisi chimiche di laboratorio. Questo sistema consente di creare mappe chimiche complete di murales anche molto estesi, monitorandone lo stato nel tempo in modo rapido, preciso e sostenibile.

Secondo Ilaria Degano dell’Università di Pisa, l’approccio “unisce analisi chimiche e rilievi non invasivi, fino all’impiego di droni con telecamere multispettrali”. Una metodologia che, come sottolinea Laura Cartechini del CNR-SCITEC, permette di costruire una “cronologia dello stato di salute” delle opere, a beneficio delle amministrazioni locali.

I colori: il rosso è fragile, il nero più stabile

Le analisi hanno rivelato che non tutti i colori reagiscono allo stesso modo al passare del tempo:

  • Rosso (pigmento PR112) → più vulnerabile, tende a sbiadire rapidamente e a produrre composti di degradazione.
  • Viola e giallo → mostrano una maggiore stabilità cromatica.
  • Nero e grigio → risultano i più resistenti, mantenendo l’intensità più a lungo.

Anche i leganti giocano un ruolo decisivo: resine acriliche e stireniche tendono a perdere brillantezza e a polverizzarsi, soprattutto in presenza di biossido di titanio, che accelera i processi di degrado.

Una nuova frontiera per la tutela dei murales

Lo studio, che ha visto il coinvolgimento di CNR-SCITEC, CNR-ISPC, CNR-ICCOM e del Centro di Eccellenza SMAArt dell’Università di Perugia, rappresenta la prima prova di concetto di un modello scalabile per la conservazione della street art.

“Grazie ai dati iperspettrali da drone potremo raggiungere un livello di precisione mai visto prima, mantenendo bassi i costi e rapidi i tempi di indagine”, spiega Nicola Masini del CNR-ISPC.

Per Aldo Romani, direttore del Centro SMAArt, “i risultati sono estremamente promettenti per il monitoraggio di opere policrome di grandi dimensioni, come i murales che caratterizzano il nostro patrimonio urbano”.


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