La quarta edizione del più grande evento europeo sull’innovazione approda alla Fiera di Roma
ROMA – Centomila metri quadri espositivi, 700 progetti selezionati tra oltre 1500, 25000 studenti nella sola mattina dell’anteprima: questa è la quarta edizione del Maker Faire Rome – The European Edition 4.0 che da stamattina e fino a domenica 16 ottobre occuperà lo spazio della Nuova Fiera di Roma per offrire, divise per aree tematiche, le più inaspettate progettazioni di makers di ogni età, soprattutto giovani che, autonomamente o grazie a contributi pubblici e privati, sono riusciti ad inventare nei rami più diversificati qualcosa di utile ed eco-sostenibile. Il riciclo e la sperimentazione nei settori creativi sono infatti due degli elementi-cardine che permeano i sei padiglioni espositivi della Fiera, i cui stand sono occupati da tantissime Università, Centri di ricerca e Scuole, ma anche da makers stranieri indipendenti provenienti da oltre 65 Paesi. Saperi artigianali e nuove tecnologie d’avanguardia sono state presentate oggi dal curatore dell’iniziativa Riccardo Luna che, insieme a Massimo Banzi, hanno introdotto un’edizione che non tarderà a far parlare di sé per la contemporaneità e molteplicità delle start up presenti. Ospiti d’onore all’apertura, tra gli altri, Neil Gershenfel, Docente presso il Massachusetts Institute of Technology, e direttore del Center for Bits and Atoms, Simona Maschi, co-founder e direttore del Copenhagen Institute of Interaction Design, Bruce Sterling, autore di fantascienza, giornalista e professore di “Media e Design”, Jacky Jackson della Intel e il giovane Bruno Zamborlin che con la sua app di meta musica Mongees sta spopolando nel mondo dei non musicisti aspiranti tali.
Girovagando tra i reparti, numerose “chicche” per i neofiti e altrettante per gli esperti, come Watly, il primo computer termodinamico che purifica l’acqua attraverso la sola energia solare, e al contempo genera elettricità, permette accesso a Internet da ogni parte del mondo ed è perfino un aereoporto di droni.
A questi ultimi è dedicato un intero padiglione con gare di droni all’interno di una maxi voliera, una piscina dove vedere in azione il drone subacqueo #Opennrov e il progetto europeo Saga a guida Istc-Cnr, primo prototipo di droni per l’agricoltura di precisione, in grado di monitorare lo stato di salute delle coltivazioni ed eliminare le piante infestanti con una logica ispirata a quella delle api. Interattiva l’area di 8000 metri quadri dedicata ai Kids, nella quale i piccoli Archimede potranno trasformare i propri pensieri in prototipi funzionanti come far funzionare un sensore o un barccio bionico o programmare un videogame. Tra le altre “sorprese” i “Wakeskate” magnetici, il We-Lab, laboratorio di analisi portatile e Ortuino, l’orto domestico intelligente a misura di bambino. Nel settore food curato dal Future Food Institute (FFI), non mancano le idee per la costruzione del “Ristorante del futuro”: dalla macchina per fare il gelato in meno di un minuto ai semi di funghi coltivati nel caffè, le stampanti per cibo in 3D, la serra automatizzata coperta, connessa a Internet e The Algae Factory, una startup che vede utilizzare la spirulina, una micro-alga con un alto contenuto proteico, ricca di vitamine, minerali, aminoacidi essenziali e Omega 3 e 6 per realizzare diversi prodotti, tra cui le barrette di cioccolato: un super food per il suo profilo nutrizionale è stata definita dalla Fao «un potente ingrediente per combattere la fame nel mondo»
Da segnalare, non da ultimo, il R.O.M.E. Prize: un gettone di 100000 Euro lordi che andranno al miglior progetto maker europeo con il più alto impatto sociale. Anche questo un segnale che, come canta il neo-Premio Nobel Bob Dylan, “Times are changing”.