Confessioni di un adolescente, cercando il senso della vita

ROMA – L’idea per quest’articolo mi è venuta ascoltando il solito discorso degli adulti:”Beato te che sei così giovane! Magari potessi tornare ad avere la tua età”. Come se un adolescente vivesse in un’età idilliaca dove tutto è possibile, una sorta di mondo delle favole temporaneo fatto di svaghi e divertimenti, di piaceri eterei e fugaci senza pensieri di nessun genere, nel paradiso terrestre.

Ma veramente un adulto vorrebbe tornare ad avere la faccia invasa dai brufoli? Nell’età più schifosa dell’esistenza umana? Io farei volentieri a cambio! Meglio avere una carriera già avviata e una famiglia sulle spalle, che essere timidi e insicuri, privi di idee su cosa ne sarà del loro futuro.

 L’adolescenza è una fase oscura. Sei un ibrido. Non sei più un bambino, però non sei neanche un adulto, anche se vorresti a tutti i costi esserlo. Entri continuamente in confitto con i tuoi genitori per la tua indipendenza e la tua autonomia, ma allo stesso tempo nei momenti più brutti li apprezzi e capisci che invece senza di loro saresti perso. Vivi nella convinzione assoluta che la scuola sia lo specchio della tua vita reale, quindi se sei un fallito a scuola automaticamente sarai un perdente da grande. Vedi il tuo corpo cambiare da un giorno all’altro e sei assalito da tremila preoccupazioni e paure infondate. Ti senti un disadattato perché per essere qualcuno devi per forza seguire le mode, avere il cellulare di ultima generazione, l’Iphone 5, il modello di jeans appena uscito, la pettinatura di quel calciatore che fa sbavare le ragazze, il fisico come quell’attore per cui tutte si strappano i capelli, il profumo di quel cantante che fa sospirare tutte le ragazzine davanti alle sue foto rigorosamente incollate sul diario tra cuoricini e apostrofi rosa, o che la fa sognare ogni volta che ammirano i poster appesi in cameretta. Bisogna sembrare tutti usciti da una fotocopiatrice, con i jeans stracciati e a vita bassa, le mutande di fuori, guai a non avere un centimetro di pelle non tatuato, guai a non avere un piercing, un orecchino, una collana pesante sul collo con mille borchie e punte di metallo, guai a non avere la cresta dei Mohicani in testa, i capelli tinti, o qualsiasi altro look stravagante o particolarmente eccentrico per non passare inosservato ed essere il più popolare, figo, trash, trendy, trasgry e fashion del gruppo. Guai quindi a non fumare sigarette o spinelli. Guai a non tornare a casa barcollante e ubriaco il sabato sera. 

Quando sei un adolescente esisti solo tu e la massa. Il mondo là fuori ti sembra ridotto al cortile di una scuola. Ci si sente inadeguati, non accettati e non capiti dai propri coetanei, che a confronto ci sembrano troppo perfetti. Si passano giornate di sofferenza chiedendosi:”Cosa c’è che non va in me?” e si finisce spesso col chiudersi in se stessi, allontanandosi dal gruppo per non rinunciare alla propria personalità. Provi a trovare qualche soddisfazione nello studio e hai sempre appiccicata addosso l’etichetta di “secchione sfigatello e poco interessante”, neanche fossi il nuovo Leopardi. Per non parlare dei prof. che non ti gratificano per nulla, che ti scoraggiano invece di infonderti sicurezza in te stesso. 

Gli amori non ricambiati, tutti quei “no” che sono solo un duro colpo alla tua autostima, già di per sé vacante, e che riecheggiano nella tua mente come una voce che ti dice:”Nessuno ti vuole, sei inguardabile”. 

Il problema è che la società impone troppe regole. Da quando siamo piccoli ci insegnano che dobbiamo essere dei bravi figli, dei bravi studenti, dobbiamo trovare l’amore della nostra vita, avere una famiglia, una casa, un lavoro, ma nessuno ci insegna ad essere felici e a rendere felici gli altri. Dobbiamo solo seguire una serie di canoni soffocanti, che sembrano irrealizzabili. Non a caso è molto semplice imbattersi su Internet su vari forum in persone sociopatiche che raccontano le loro esperienze di quarantenni in preda all’ansia e al sentimento d’inadeguatezza, ancora vergini o mai stati fidanzati. E ovviamente la depressione sale alle stelle. Immagini di trovarti al loro posto , che quello sarà inevitabilmente il tuo destino. Come sarà la tua vita in quel modo? Ti sembra quasi di stare in trappola, di essere destinato a una tortura senza fine. Ma col passare degli anni almeno, la mia mentalità è cambiata. Non vuol dire che ho trovato una ragazza e che sono pieno di amici o socievolissimo, per niente. Vuol dire che ho capito che non è quello che voglio, che non debbo soffrire per delle ragazze di cui la maggior parte che ho conosciuto sono state più stupide di una gallina, senza ideali, senza capacità di pensare, senza nulla: gusci vuoti. Ho deciso semplicemente di vivere secondo i miei ideali, seguendo qualcosa di più grande di un bacio o un rapporto sessuale. Non parlo di Dio o esoterismo. Parlo del fatto che nel momento in cui che la vita è solamente un soffio in una tempesta, che probabilmente è fine a se stessa, cerchi di viverla di conseguenza. Non intendo piegarmi a delle richieste della società che provocano solo disagio, voglio essere me stesso (per quanto questo modo di dire possa avere valore), e vivere la mia vita indipendentemente dalle concezioni istintive e ignoranti della società. Quando una ragazza accetterà questo, accetterò lei. Gli amici li voglio veri, e per veri non dico di volere un’amicizia infinita, che probabilmente non esiste, ma di avere degli amici con cui intraprendere delle discussioni che io ritengo importanti, con cui confrontarmi e arricchirmi, e che siano felici di essere amici miei, conoscendomi per davvero, e viceversa. Sinceramente, dopo aver cercato di seguire il percorso già tracciato da milioni di altre persone prima di me, mi sono accorto che non ne vale la pena e mi sento meglio adesso, che è la cosa più importante. L’unica imposizione della vita quindi dovrebbe essere questa: fate quello che VOI ritenete più appassionante e coinvolgente. Vi piace scrivere poesie, scrivetele! Vi piace suonare il pianoforte, suonatelo! Vi piace ballare, ballate! Cercate il senso della vostra vita in qualcosa che vi piace fare e il tempo passerà più serenamente, senza rimpianti. L’importante è entrare nell’ottica di non dover seguire i canoni della società fingendo di essere chi non siete per paura di venire esclusi, perché alla fine, quando vi renderete conto di aver girato a vuoto, sarà troppo tardi e non potrete più tornare indietro o barattare la vostra vita con quella di qualcun altro.                                                                                                                                           

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