Scoperta rivoluzionaria. Individuato il primo “buco nero triplo”

Un sistema a 8.000 anni luce di distanza offre la prima prova di formazione di un buco nero “delicato”. I fisici del MIT, Massachusetts Institute of Technology e del Caltech hanno osservato quello che potrebbe essere il primo esempio di “buco nero triplo”, un sistema che include un buco nero centrale, una stella in orbita ravvicinata e una seconda stella molto più lontana, a circa 3.500 unità astronomiche di distanza.

Questa scoperta, pubblicata su Nature, potrebbe rappresentare una svolta nella nostra comprensione dei buchi neri e della loro formazione.

Buchi neri: non solo sistemi binari

Finora, molti buchi neri conosciuti facevano parte di sistemi binari, in cui un buco nero è accompagnato da un altro oggetto, come una stella o un altro buco nero, che gli orbita attorno. Questa nuova configurazione, invece, suggerisce un sistema complesso che va oltre la struttura binaria. Il buco nero centrale è attivamente impegnato nel “consumare” una piccola stella in un’orbita ravvicinata, simile ai classici sistemi binari, ma la presenza della stella lontana pone interessanti quesiti sulla formazione del sistema.

Un processo di formazione “delicato”: il collasso diretto

Un aspetto intrigante di questa scoperta è l’ipotesi che il buco nero si sia formato tramite un processo di “collasso diretto”, in cui una stella collassa su sé stessa senza esplosioni violente, evitando così di respingere oggetti distanti legati dalla forza gravitazionale. Questo metodo di formazione, molto meno traumatico rispetto alla tradizionale supernova, potrebbe spiegare la presenza della stella esterna.

Prove concrete e movimenti in tandem

La prova dell’esistenza di questo sistema triplo proviene dall’analisi del satellite Gaia, che dal 2014 traccia i movimenti delle stelle nella nostra galassia. Gli studiosi hanno scoperto che le due stelle seguono un movimento sincronizzato, indicando un legame gravitazionale tra di loro e il buco nero. Questo tipo di movimento coordinato ha probabilità estremamente basse di essere casuale, secondo i calcoli dei ricercatori.

Simulazioni e stime dell’età del sistema

Le simulazioni di Burdge e del team confermano che la formazione del buco nero tramite un collasso diretto è il processo più plausibile. Inoltre, la stella esterna si trova in una fase di transizione verso lo stato di gigante rossa, stimando così l’età del sistema a circa 4 miliardi di anni.

Questo dato temporale aggiunge valore alla scoperta, fornendo nuove informazioni sui buchi neri di lunga data e sulla loro evoluzione.

Questa scoperta potrebbe aprire la strada a nuove ipotesi sulla formazione dei buchi neri e sul loro legame con altre stelle, portando gli astronomi a cercare nuovi esempi di sistemi tripli in altre regioni della nostra galassia.

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