Introduzione: un nuovo paradigma nella ricerca oncologica
Negli ultimi anni, la scienza ha iniziato a indagare con crescente attenzione il legame tra microbioma e cancro. Oggi, grazie a modelli sperimentali avanzati e a una migliore capacità di analisi delle mutazioni, emerge un quadro sempre più chiaro: alcuni batteri possono contribuire direttamente allo sviluppo e alla progressione dei tumori.
Tra i protagonisti di queste scoperte c’è il giovane ricercatore Jens Puschhof, premiato nel 2026 dalla Peter and Traudl Engelhorn Foundation per i suoi studi sul ruolo delle interazioni microbiche nell’oncologia, con particolare riferimento al carcinoma colorettale.

Batteri e mutazioni: come i microrganismi danneggiano il DNA
Una delle evidenze più significative riguarda la capacità di specifici batteri intestinali di alterare il materiale genetico delle cellule epiteliali.
La ricerca mostra che:
- alcuni batteri producono metaboliti altamente reattivi in grado di danneggiare il DNA;
- le alterazioni indotte seguono pattern mutazionali riconoscibili e tracciabili;
- tali mutazioni possono accumularsi nel tempo, aumentando il rischio di trasformazione neoplastica.
Secondo gli studi coordinati da Puschhof, questi danni genetici non sono casuali, ma mostrano firme molecolari compatibili con una precisa interferenza batterica. È un passo fondamentale verso la comprensione del ruolo del microbioma come fattore di rischio oncologico indipendente.
Organoidi e modelli organ-on-chip: la nuova frontiera della ricerca
Per decodificare l’impatto dei batteri sulle cellule umane, il team utilizza sistemi sperimentali altamente innovativi:
- organoidi intestinali personalizzati, che replicano fedelmente la struttura e la funzione dei tessuti umani;
- piattaforme organ-on-chip, in cui introdurre batteri vivi e metaboliti in condizioni controllate;
- analisi genomiche e trascrittomiche avanzate, con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
Grazie a questi modelli, è possibile:
- osservare in tempo reale come le cellule rispondono all’esposizione microbica;
- identificare quali vie di segnalazione vengono alterate;
- comprendere se i batteri accelerano lo sviluppo dei tumori colorettali.
Questi risultati vengono poi verificati su modelli murini e integrati con dati clinici provenienti dai pazienti.
Il consorzio BACTORG: un progetto europeo per la prevenzione del tumore del colon-retto
Oggi il lavoro di Puschhof prosegue all’interno del consorzio multicentrico BACTORG, che coinvolge sei ospedali universitari.
L’obiettivo è ambizioso: capire quanto i pattern mutazionali di origine batterica siano diffusi nella popolazione e come questi possano:
- favorire l’insorgenza precoce del carcinoma colorettale;
- influenzare la risposta immunitaria e l’evoluzione del tumore;
- diventare biomarcatori per prevenzione e diagnosi precoce.
L’uso dell’intelligenza artificiale consente di identificare questi pattern anche nei campioni clinici complessi, aprendo la strada a screening mirati e a nuovi strumenti predittivi.
Implicazioni cliniche: verso una nuova medicina preventiva
Le evidenze raccolte hanno importanti ricadute nelle politiche di salute pubblica:
- Prevenzione personalizzata:
Se alcuni batteri risultano associati a mutazioni specifiche, diventa possibile monitorare tali agenti microbici e intervenire precocemente. - Diagnosi più precisa:
Le firme mutazionali batteriche possono diventare biomarcatori utili per identificare soggetti a rischio elevato. - Terapie innovative:
Intervenire sull’equilibrio del microbioma potrebbe diventare parte integrante della strategia terapeutica, affiancando chemio, radio e immunoterapia. - Comprensione dell’aumento dei casi tra i giovani:
I primi dati suggeriscono che le alterazioni microbiche potrebbero contribuire alla crescita dell’incidenza del cancro colorettale nelle fasce d’età più giovani.
Un nuovo tassello nell’oncologia di precisione
La ricerca sul legame tra batteri e cancro sta ridefinendo la nostra comprensione dell’oncogenesi. Le scoperte guidate da Jens Puschhof dimostrano che il microbioma può essere un attore diretto nel processo tumorale, e non solo un osservatore.
L’identificazione dei meccanismi con cui i batteri causano mutazioni e modulano il comportamento delle cellule tumorali apre scenari completamente nuovi: dalla prevenzione basata sul microbioma alla possibilità di sviluppare terapie mirate contro agenti microbici oncogeni.
Per la comunità scientifica internazionale, si tratta di un cambiamento di prospettiva che promette di migliorare significativamente la diagnosi precoce e i percorsi terapeutici del cancro colorettale, una delle neoplasie più diffuse al mondo.



