Teatro Belli. “Lungs”, la coppia e il desiderio sovversivo di un figlio

ROMA – La rassegna, a cura di Rodolfo di Giammarco, si concentra sulle “nuove frontiere della scena britannica”. Lungs è uno dei testi da lui accuratamente selezionati, scritto dal drammaturgo e regista inglese vincitore di diversi premi tra cui il Best New Play at the Off West End Awards, nel 2013.

La scena è vuota, la scenografia inesistente. Il sipario si alza e c’è solo uno sfondo, una forte luce blu, che si attenua pian piano fino a divenire un celeste, il cui scopo è mettere in risalto due corpi – uno maschile e l’altro femminile – di cui non conosciamo i nomi. Lui (Davide Gagliardini) e Lei (Sara Putignano), in abiti casual, sono all’Ikea, quando Lui la guarda per un momento e, senza preavviso, propone: “facciamo un figlio”. Tre semplici parole bastano a innescare il meccanismo che li porterà allo scontro di pensiero e a far implodere la coppia su se stessa. Mentre Lui e Lei chiacchierano del loro (possibile) futuro, nascono spunti e universi che crollano altrettanto facilmente. Per la prima metà dello spettacolo, i due si chiedono se mettere al mondo un bambino possa essere o meno la scelta giusta. Calcolano l’impatto ecologico sul pianeta dell’eventuale figlio. Si domandano se sia etico dare alla luce un innocente in un mondo fatto di guerre, tsunami e attentati terroristici. “Noi siamo brave persone” ripetono Lui e Lei, per convincersi che se non lo mettono al mondo loro un figlio, chi dovrebbe farlo? Poi, a turno, a decisione ormai presa, assistiamo ai ripensamenti di Lei o a una crisi d’identità di Lui, ma le conseguenze sono tutt’altro che scontate nel finale.

La poca luce, usata con sobrietà e la sala raccolta, aiutano a cogliere appieno le espressioni facciali degli attori – a volte rivolte al pubblico – e la gestualità, che accompagna con disinvoltura la parola. Una parola che mima il linguaggio colloquiale senza risultare mai fasulla. Lui e Lei non sembrano due attori; al pubblico pare che stiano avendo davvero una conversazione: discontinua, veloce, ripetitiva, convulsa. La resa del linguaggio è verace, con l’aggiunta, talvolta, di qualche intercalare colorito, che suscita ilarità nel pubblico. Il merito va alla traduzione di Matteo Colombo, che ha saputo adattare il testo inglese alla lingua italiana con efficacia. Il dialogo serrato tra i due personaggi tocca quel tema della vita e della morte nel quale ciascuno di noi può riconoscersi.

Tutto quello che serve a tenere lo spettatore incollato alla scena è il desiderio, continuamente risvegliato dagli attori e dall’intelligente regia di Massimiliano Farau, di non perdersi nemmeno una delle battute taglienti di Lei o delle risposte confuse di Lui. Lui e Lei abbracciati, Lui e Lei abbattuti, Lui e Lei che si affrontano con ferocia: questo rimane del loro magico dialogo. Il fatto poi che in una giravolta di Lui o di Lei possano passare dieci minuti come dieci anni, aiuta a comprendere che la vita, la loro e la nostra, è un soffio. Il tempo di un respiro.

LUNGS

di Duncan Macmillan

traduzione Matteo Colombo

con Sara Putignano e Davide Gagliardini

regia Massimiliano Farau

produzione Fondazione Teatro Due

TREND

nuove frontiere della scena britannica – XVII edizione

festival a cura di Rodolfo di Giammarco

18 ottobre – 22 dicembre 2018

Teatro Belli – piazza Sant’Apollonia 11/a – 06 5894875

spettacoli ore 21,00 – ingresso posto unico € 10

20/21 dicembre

Condividi sui social

Articoli correlati