Ne sono derivati bellissimi ritratti, per lo più primi piani, una galleria di personaggi che animano storie anche personali. Obiettivo dell’autrice è la restituzione sullo schermo del clima socio-politico dell’Etiopia di oggi, un paese pieno di problemi che stenta a seguire il fenomeno evolutivo che altri paesi africani mostrano di aver imboccato.
Presentato al Sundance Film Festival e l’anno dopo al festival cinematografico di Londra, arriva il 10 agosto su MUBI preceduto dalla fama di essere un ottimo lavoro per il quale Jessica Beshir, messicana-etiope, scrittrice e poetessa, ha affrontato per la prima volta molteplici ruoli: oltre ad averlo prodotto lo ha anche scritto, diretto e curata la fotografia.
Sia ben chiaro, non è un film che promuove l’uso di sostanze stupefacenti e tantomeno la liberalizzazione del loro commercio. E’ molto di più: è un viaggio poetico sull’Etiopia, un film onirico sulla condizione umana, immagini che coinvolgono e fanno riflettere.
L’arretratezza, la povertà, il degrado morale e materiale, come combatterlo? Non sembri un paradosso, è purtroppo una triste via di uscita: come i poveri sudamericani combattono la fame e la fatica masticando foglie di coca, così in Etiopia si fa analogo uso del khat, una pianta definita psico-attiva che scaccia l’angoscia, aiuta ad affrontare le fatiche della giornata, stimola il pensiero e fa guardare avanti, invece che ripiegarsi su stessi.
- Genere: documentario
- Titolo originale: Faya Dayi
- Paese/Anno: Etiopia, Qatar, USA | 2021
- Regia: Jessica Beshir
- Sceneggiatura: Jessica Beshir
- Fotografia: Jessica Beshir
- Montaggio: Dustin Waldman, Jeanne Applegate
- Produzione: Jessica Beshir
- Durata: 120'
In esclusiva su MUBI dal 10 agosto 2022
una distribuzione MUBI