Sardegna. La lotta dei minatori si allarga

CAGLIARI – Disperazione a 360 gradi nel Sulcis. Si allarga il fronte della lotta. Non solo i minatori e i lavoratori delle industrie di Portovesme, a scendere in piazza e gridare la loro disperazione si sono aggiunti anche gli imprenditori ormai sull’orlo del fallimento di tutto il territorio.

Dalle 7 alle 10 il centro di Carbonia ha visto sfilare uomini donne e bambini letteralmente con le lacrime agli occhi, che ormai  hanno difficoltà a sopravvivere con un minimo di dignità. Persone che in poco tempo hanno visto disgregarsi ogni possibilità di lavoro. E’ un territorio, la Provincia Carbonia Iglesias, ormai allo stremo.  I minatori continuano l’occupazione della miniera di carbone di Nuraxi Figus, in attesa del risultato dell’incontro di questa sera a Roma che deciderà sul loro futuro. Loro, i minatori, che come li definì Gerge Orwell, svolgono un lavoro “esageratamente orribile”, combattono per poterlo mantenere, consapevoli che in un territorio tanto povero non c’è alternativa. La realizzazione del progetto integrato che prevede  una centrale termoelettrica alimentata prevalentemente con il carbone della miniera di Nuraxi e la cattura e lo stoccaggio, nei vuoti di miniera, della Co2, sarebbe l’unica possibilità per la continuazione dell’attività. Un progetto che richiede ingenti risorse finanziarie nell’ordine di centinai di milioni di euro. Sull’altro fronte i lavoratori dell’Alcoa oggi a Roma per chiedere al Governo un impegno immediato che blocchi la fermata dell’impianto prevista da lunedì 3 settembre. Trovare soluzioni a problemi che si protraggono da troppo tempo in poche ore, sarebbe un vero miracolo. Ma le elezioni politiche si avvicinano  e chissà mai che i soliti politici non si apprestino a crearsi un buon bacino  di voti, adottando gli ennesimi  provvedimenti provvisori che posticiperebbero il problema a dopo la tornata elettorale.

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