Pd. Fumata grigia Ora si parla di Speranza segretario e Cuperlo capogruppo alla Camera

ROMA – Fumata grigia nel Pd in prossimità dell’Assemblea nazionale.  Il clima non è dei migliori ,anzi. Le notizie che trapelano da Sant’Andrea delle Fratte indicano cattivo tempo, se non bufera. Una per tutte: Bersani, il segretario  non avrebbe alcuna intenzione di aprire i lavori.

Intenderebbe intervenire durante il dibattito per dire la sua ,senza quei vincoli e quell’ufficialità che una relazione richiede  Insomma, si dice, vorrebbe proprio togliersi tanti sassolini dalle scarpe e ricollocare gli avvenimenti nel modo giusto. Si sarebbe proprio scocciato di fare da capro espiatorio di una situazione da lui non voluta, da altri creata, da capi delle numerose correnti, aree fra più elegante, che prima e durante tutta la campagna elettorale hanno tirato ognuno dalla propria parte. Il segretario dimissionario ha ancora negli occhi la scena di quei parlamentari che prima hanno affossato Marini be poi, in modo clamoroso, dopo essersi spellate le mani per applaudire la candidatura di Prodi, lo hanno buttato giù e, con lui, il segretario. Rendere la vita insopportabile al segretario, questo era il loro obiettivo. Dovevano passare da questa strettoia e lo hanno fatto nel segreto dell’urna. E da qui che parte la pericolosa discesa, quasi un tracollo, verso l governo delle larghe intese.  Non è un caso che nella riunione del coordinamento, “ caminetto” dice qualcuno, siano corse scintille fra Bersani e D’Alema. Sempre negli ambienti bene informati  si dice che a rendere le cose ancor più complicate sia arrivato il timbro messo dai dalemiani alla candidatura a segretario di Gianni Cuperlo., un’anima libera viene definito da amici e compagni. Invece che rafforzarlo lo hanno indebolito. E adesso a che punto siamo? 

Il gruppo ristretto che,alla fine, mercoledì sera  aveva avuto dato l’incarico di “sondare “la situazione e possibilmente mettere a punto una proposta non è arrivato alla individuazione di una soluzione per quanto riguarda  chi dovrà guidare il partito verso il congresso. Si sono visti al Senato il capogruppo di Palazzo Madama,Luigi Zanda, i due vicepresidenti dell’Assemblea Pd, Marina sereni e Ivan Scalfarotto, il coordinatore Enzo Amendola e l’eurodeputato David Sassoli, entrato nel gruppo ristretto all’ultimo momento. Unica decisione, quella di non modificare lo Statuto. Ciò significa che alla assemblea dovrà essere fatto il nome di un segretario. Nessuna decisione per la data del Congresso. Ufficialmente per quanto riguarda la segretaria viene detto dai partecipanti al gruppo di essere “ancora in fase di ricognizione, nomi non ne sono stati fatti”. Si naviga a vista ma ci sono segnali importanti. Del gruppo ristretto avrebbe dovuto Gianni Cuperlo? Ieri aveva annunciato che non ritirava la sua candidatura. Ora si parla di lui come del possibile capogruppo, al posto di Speranza. Un incarico che sarebbe da lui gradito.  Sembra che lo scoglio ancora da superare sia la data del Congresso. Non è un particolare di poco conto. Un congresso a luglio, detto in parole povere, sarebbe solo una spartizione fra le correnti, aree per rimanere nell’eleganza. Questa  sarebbe la condizioni per dare il consenso a Speranza da parte di chi aveva in mente altri candidati. Chi invece, pare la maggioranza, vuole un congresso in cui davvero si discuta, Laura Puppato presenterà un documento, una specie di tesi congressuale, opta per tenere l’assise entro la fine di ottobre. Comunque continuano a circolare nomi a ruota libera, uno più< uno meno, si dice, non fa male a nessuno. Nel caso fa male al Pd e, di riflesso, al Paese.  Che non ne ha proprio bisogno

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