Libia. Una guerra al maschile. Ma dove sono Safiya, Aisha e le 40 Amazzoni del Rais?

ROMA – È una guerra tutta maschile quella che si combatte in Libia, una guerra che vede in prima linea Mahmoud Gibril Elwarfally, uno degli uomini più accreditati per guidare la “nuova Libia”. Dopo il suo incontro con Nicolas Sarkozy che ne voluto essere il primo a riconoscerne il ruolo, oggi è toccato a Silvio Berlusconi che ha colto l’occasione per tracciare le linee guida delle relazioni tra Roma e Tripoli e per confermare l’appoggio alle nuove autorità libiche.

E soprattutto, per tutelare gli interessi fortissimi delle imprese italiane. «L’impegno preso dal Cnt è chiaro: nel momento in cui il nuovo governo legittimo, cioè quello formato dal Cnt, avrà definitivamente preso il controllo dell’intero paese, il trattato italo-libico sarà rivitalizzato- ha il ministro degli Esteri Franco Frattini- Così le imprese non dovrebbero correre grossi rischi: il Cnt si è impegnato a onorare tutti i contratti, anche quelli con le imprese italiane, che furono sottoscritti dalla Libia e non erano contratti con Gheddafi». Insomma il trattato di amicizia «tra il popolo italiano e il popolo arabo ha tutte le ragioni per riprendere a funzionare». Si tratta di un finanziamento da parte italiana di 5 miliardi di dollari (4 miliardi di euro) per la realizzazione di infrastrutture da affidare a imprese italiane. Ma c’è anche l’accordo sull’immigrazione, fondamentale per l’Italia. L’Italia è pronta a dare segnali forti «per consentire alla nuova Libia di rimettersi in piedi al più presto possibile».

Una guerra ed una rinascita tutta maschile, e mentre si è alla ricerca di Gheddafi, ci si interroga che fine abbiano fatto le sue donne.

Aisha, l’unica figlia femmina di Gheddafi, si conferma figura solida e incrollabile accanto al Colonnello. Ieri, come già aveva fatto a più riprese dall’inizio della rivolta, è tornata a parlare al popolo libico con un appello ad «unirsi contro la Nato», trasmesso dalla tv di Stato: «Chiedo al popolo libico di affrontare uniti la Nato- ha detto l’unica figlia femmina di Gheddafi al telefono con la stazione televisiva e ha proseguito- Chiedo al popolo libico di non temere le forze armate. Il leader è nel giusto». Nota come la “Claudia Schiffer araba”, secondo un’espressione cara ai media che le riconoscono particolare bellezza, Aisha, 35 anni, avvocato, è stata anche membro del collegio difensivo di Saddam Hussein. Nel 2009 è stata nominata delegata dell’Onu per la lotta all’Aids, ruolo che le è stato però revocato lo scorso febbraio. Nei mesi scorsi è stata più volte paventata una sua fuga da Tripoli: a Cipro, a Malta e anche in Algeria. Ma ogni volta è ricomparsa a smentita delle presunte fughe. Lo scorso maggio però era stata data per certa la sua presenza a Djerba, in Tunisia, insieme con la madre. Due giorni fa era circolata la notizia di un assalto alla sua villa a Tripoli da parte dei ribelli, immagini del saccheggio sono state trasmesse anche via Internet ma non è stato possibile accertarne l’attendibilità.

Nulla si sa però della “Colonnella”, Safiya Farkash, che complice l’alone di mistero che da sempre circonda la discreta first lady, è stata l’unica donna capace di tenere a bada il narcisismo sfrenato del raìs fino alla fine degli Anni ’70 quando dovette ingoiare la sbandata per una ballerina 20enne di Tunisi, che Gheddafi voleva a tutti i costi sposare. Alla fine, però, lui tornò a casa. E Safiya, da allora, impose le sue condizioni. Non è un caso, hanno insinuato i pettegoli, se le 40 amazzoni che lo proteggono giorno e notte, ufficialmente siano state scelte tra una schiera di vergini. E tali debbano restare.

Infermiere e Amazzoni, appunto. Che fine hanno fatto? Il plurale è d’obbligo. Sia perché da quando il raìs si è fatto vedere circondato da un drappello di infermiere al posto della first lady Safiya, la sua vita sentimentale è apparsa sempre più promiscua. Le amazzoni del Colonnello Muammar Gheddafi, sono  state presentate come agenti donne, addette alla sua protezione personale. Alcuni interpretano questa speciale guardia del corpo come un’eredità della Guerra fredda: erano i tempi in cui la Germania Est inviava in Libia i suoi uomini.
Gorilla, guerriere ed amazzoni. Le 40 donne sono tutto questo e molto altro. A decidere di difendere così il famoso rais di Tripoli, al comando da ormai quarant’anni, fu Karl Hansch, un uomo di fiducia di Markus Wolf, capo dei servizi segreti tedesco – orientali. Hansch ha realizzato e concepito l’esistenza e l’organizzazione dei servizi di intelligence in Libia. E giacché ha concepito questo particolarissimo commando di fedelissime guardie del corpo al femminile, per difendere il Colonnello. “Vestono in uniforme, sono vergini, sono addestrate come macchine da guerra e naturalmente sono pronte a tutto, anche a morire per salvare la vita al Colonnello”.
Ma dove sono finite?…Misteri di una guerra che si infittisce e che forse farà trovare le “gorilla” sotto degli chador pronte a passare inosservate tra la folla.

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