Monti ai sindacati. Se non c’è crescita la colpa è dei lavoratori

ROMA – Non finisce di sorprendere il presidente del Consiglio. A volte,non ce ne voglia, ci viene da pensare che neppure lui creda a quello che dice.

Proprio a poche ore dall’incontro con Cgil, Cisl, Uil,Ugl,  alla Fiera del Tessile di Milano, ha avuto una sortita del tutto infelice. Di nuovo ha battuto sul tasto della produttività, della competitività ed ha fatto un esempio che lascia basiti. Grecia,Portogallo,Spagna,Olanda hanno aumentato la produttività e diminuito il costo del lavoro, noi no. Esempio peggiore non poteva farlo. Quei paesi sono alla frutta, alla disperazione proprio a causa delle politiche di rigore e austerità imposte dalla Unione europea. I salari sono stati ridotti, la disoccupazione dilaga. Non ci vuole molto a capire perché è aumentata la produttività e diminuito il costo del lavoro: Sulla pelle dei lavoratori, dei cittadini.  Ed ai sindacati ha ripetuto che  dal tavolo fra sindacati e imprenditori, al massimo entro un mese, prima dell’Eurogruppo e del Vertice Ue di ottobre  servono segnali concreti.

Il premier: l’austerità ha aggravato la crisi ma sarà una “breve recessione”
Ha ripetuto la lezioncina giornaliera: “Vorremmo ragionare con voi e con il vostro contributo di produttività come uno degli elementi essenziali della crescita e dell’occupazione. “La produttività del lavoro- ha detto – è la base per la crescita e l’occupazione”.Punto, stop. Aggiunge  il ministro Passera che per quanto riguarda i salari solo se aumenta la produttività qualcosa si può fare. Ma il governo di suo non ci mette niente. Sono tornati al tavolo dell’incontro i 50 miliardi  per infrastrutture che ad ogni tavolo di confronto fanno la loro apparizione per poi scomparire e tornare al tavolo seguente. Sempre Monti, forse per  il risanamento l’hanno aggravata. Però sarà una “breve recessione”, nuova terminologia inesistente in economia, anche a fronte di una crisi che va avanti da cinque anni. Questo il succo dell’incontro. Ora anche uno studente alle prime armi sa cosa significa produttività.

Camusso. servono interventi sulla produttività del sistema
 Impossibile che il professore non sappia che sono molti e diversi i fattori che la compongono come gli ha ricordato Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. “La crescita- ha detto – non può dipendere da quello che le parti sociali possono fare in termini di produttività aziendale. Servono interventi sulla produttività di sistema, politiche industriali ed energetiche da parte del Governo.”

E su queste scelte di politica economica e sociale il Direttivo della Cgil ha approvato le proposte di mobilitazione avanzate da Camusso: pieno sostegno allo sciopero del pubblico impiego del 28 settembre, manifestazione nazionale per il lavoro, fino allo sciopero generale se non ci saranno risposte positive da parte del governo. “ Le parti sociali- ha detto il<segretario generale della Cgil-possono fare la loro parte ripartendo dall’accordo del 28 giugno 2011, estendendolo ed applicandolo nei rinnovi contrattuali. Serve  ridare fiducia alle persone cominciando dalla detassazione delle tredicesime con le risorse recuperate dalla lotta all’evasione” E anche gli altri dirigenti sindacali si sono richiamati a quell’accordo ma hanno chiesto interventi del governo ,politiche per la crescita. Dice Antonio Foccillo,segretario confederale Uil  sull’occupazione che la “crescita passa anche per una detassazione dei salari e delle pensioni. Ma ci vogliono interventi sull’occupazione per evitare un preoccupante autunno caldo”. Il segretario generale della Cisl  fa una cauta apertura,parla di “ disponibilità a lavorare insieme sugli elementi che ostacolano la maggiore produttività per\alzare i salari che sono troppo bassi per e troppe tasse e la scarsa produttività di sistema. Questo è il nodo”. Appunto, ma Monti sembra ignorarlo.

O  si esce dalla strada della austerità o non ci sarà crescita

Nei suoi numerosi interventi su produttività e competitività non parla mai degli elementi che la compongono, dalla organizzazione dei processi produttivi, alla quantità di beni investiti nei processi, alle specializzazioni produttive, alla organizzazione del mercato, alle regole.  La produttività dipende dalla capacità di un sistema di crescere, di creare occupazione e lavoro. Sembra che Monti non abbia mai sentito parlare di valore aggiunto. Ovviamente non è così . Monti lo sa ma è prigioniero della strada che ha imboccato, imposta dalla Bce e dalla tecnocrazia europea è quella delle politiche di austerità: per competere sui  per competere sui costi, deflazionando i debiti e i redditi,precarizzando il lavoro,diminuendo la spesa pubblica, o aumentando le tasse,puntando al pareggio di bilancio e alla  attrazione di capitali . Dall’incontro con i sindacati è venuta la conferma che non intende cambiare strada, puntando sulla crescita, sostenendo la domanda interna (investimenti e consumi)l’occupazione e i redditi da lavoro,  attraverso un nuovo intervento  pubblico in economia per una politica industriale  che punti a riqualificare l’offerta produttiva.
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