La space economy, una lotta per il controllo dello spazio

La nuova frontiera dello spazio, una corsa globale da parte di attori pubblici e privati

SpaceX di Elon Musk, Blue Origin di Jeff Bezos, Orbital ATK, ViaSat, SES, OneWeb sono solo alcune delle oltre 10 mila società spaziali commerciali nate negli ultimi due decenni in questo settore privato, noto come “space-economy” e dedicato alla crescita e alla manutenzione delle stazioni spaziali per le operazioni satellitari, per la tecnologia di difesa, per l’analisi dei dati. Ma non è tutto. Ancora più ambiziose sono le mire di alcune società che parlano sempre più di turismo spaziale, nonché produzione attraverso l’estrazione di asteroidi.

SpaceX è probabilmente il player spaziale più noto, avendo lanciato migliaia di satelliti per uso sia pubblico che privato. Pensiamo solo al servizio Starlink con il, quale Musk è riuscito a mantenere attivo l’internet ucraino nonostante il blocco russo delle telecomunicazioni. Un’operazione che la dice lunga sull’importanza del controllo delle comunicazioni dallo spazio. Ma la domanda più inflazionata è chi dovrebbe controllare questa economia spaziale, che nel 2021 valeva ben 469 miliardi di dollari e le previsioni parlano di un giro d’affari pari a 1,4 trilioni di dollari entro il 2030.

E questo segna una rivoluzione visto che fa entrare in gioco anche il settore privato in questo delicato settore. Sebbene i programmi satellitari pubblico-privato esistessero dagli anni ’60, oggi esistono vari incentivi ai finanziamenti che hanno di fatto creato una nuova politica attraverso il programma “Commercial Orbital Transportation Services” che incoraggia la privatizzazione, tanto che la Nasa e altre agenzie governative sono diventate clienti di appaltatori spaziali privati, piuttosto che creatori o persino supervisori di nuove tecnologie.

Come per tutte le privatizzazioni, l’idea era quella di ridurre i costi e aumentare l’innovazione. I dati della Nasa del 2014 parlano chiaro: SpaceX è stata in grado di consegnare 1 kg di carico alla Stazione Spaziale Internazionale a circa un terzo del prezzo dello Space Shuttle, mentre i voli privati ​​ora conducono la maggior parte delle missioni di rifornimento per la stazione spaziale e trasportano anche alcuni membri dell’equipaggio.

Insomma mentre i costi diminuivano e aumentava l’innovazione nel riutilizzo di materiali e attrezzature, aumentava di pari passo anche il potere di monopolio. Una manciata di nuove compagnie spaziali potrebbe cavarsela sulle tecnologie della Nasa che hanno impiegato decenni per svilupparsi, mentre gli appaltatori affermati che hanno contribuito a costruirle hanno perso. I contribuenti che hanno finanziato la ricerca di base non hanno avuto alcun interesse nella ricchezza creata dai miliardari nello spazio, il più grande bene comune che appartiene a tutti.

Tuttavia la nuova corsa allo spazio è molto più complessa, a causa delle dimensioni e del potenziale danno. Infatti i detriti spaziali, inclusi satelliti ormai inservibili, parti di veicoli spaziali e la spazzatura creata dalle collisioni tra di essi, stanno diventando un importante fattore di rischio nei viaggi spaziali. Ma non c’è consenso su chi dovrebbe pagare, ripulire o arbitrare le conseguenze delle collisioni. La legge principale che disciplina i beni comuni spaziali è ancora il Trattato sullo spazio risalente all’epoca della guerra fredda del 1967, che non fa nessun riferimento alle moderne tecnologie spaziali, ma proibisce semplicemente di mandare nello spazio armi nucleari o di distruzione di massa.

Alcuni esperti sostengono che i potenziali profitti generati dalla commercializzazione dello spazio saranno più che sufficienti per la pulizia dei detriti o che una migliore regolamentazione innovativa porterà a risultati importanti. Ma non è difficile immaginare un numero imprecisato di disastri in stile film fantascientifico: dalla creazione di colonie fuori dal mondo in cui i ricchi sono in grado di sfuggire ai problemi di questo pianeta (a pagamento), ai malvagi miliardari che accumulano minerali rari prelevati dallo spazio.

Di sicuro sarà necessaria una cooperazione globale per evitare una vera e propria guerra tra chi vorrà prevalere in questo settore strategico.

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