Rizomatica: uno spazio aperto al futuro

A Roma la recente presentazione della rivista di filosofia si pone l’obiettivo di «socializzare saperi senza fondare poteri», ispirandosi al concetto di rizoma di Deleuze e Guattari

Michel Foucault aveva previsto che «un giorno, forse, il secolo sarà deleuziano», e oggi possiamo dire che aveva ragione. Gilles Deleuze, insieme a Felix Guattari, ha introdotto concetti che hanno anticipato molte delle dinamiche del nostro tempo. Per Deleuze, pensare significa creare nuovi concetti, aggiungendo sempre qualcosa di nuovo alla realtà.

Deleuze e Guattari ritengono che i concetti non rappresentino il mondo, ma ne tracciano i contorni di significato. Diversamente da Derrida, che vede l’evento come un’impossibilità da inventare, Deleuze cerca di cogliere i segni degli eventi, costringendo il pensiero a creare nuovi concetti. Questi concetti non sono universali astratti, ma singolarità immanenti che catturano l’evento nella sua essenza.

La filosofia di Deleuze non racconta semplicemente la storia del pensiero, ma la problematizza continuamente, rendendola un atto sempre in divenire. La differenza, per Deleuze, è produttiva e dinamica, non una mera mancanza di somiglianza.

Il pensiero deleuziano si sviluppa senza la necessità di un Ego, cercando di desoggettivare la coscienza e la passione, superando la rappresentazione metafisica del pensiero greco. Il desiderio, liberato da ogni vincolo di Legge, segue linee di fuga che lo rendono produttivo e immanente, sottratto alla castrazione simbolica e al teatro edipico familiare. Il desiderio non manca di nulla, ma è il soggetto a mancare al desiderio, che è il reale stesso.

Il reale, prodotto dal desiderio a livello molecolare, mette tutti gli enti su un piano di uguaglianza assoluta, ma anche di infinita differenza. Le gerarchie e le norme sono illusioni create dal potere per controllare questo piano di immanenza assoluta, che è invece un processo incessante di produzione della forma.

La filosofia di Deleuze è una filosofia dell’evento, che si occupa del divenire degli elementi singolari di una molteplicità o rizoma. Questo divenire è colto sincronicamente, non secondo il movimento lineare del tempo, ma con un fermo immagine che dispone passato e presente sullo stesso piano.

I flussi molecolari del divenire sono segmentati e fissati nel livello molare, che definisce oggetti, soggetti e strutture. Il reale è il luogo dell’inconscio dove si articola il desiderio, producendo infiniti concatenamenti. Questo luogo è ripiegato in rappresentazioni molari astratte dai dispositivi molari di potere.

Il corpo pieno senza organi (CSO) è la superficie su cui si muovono i soggetti senza identità fissa, in perenne divenire. Soggetti e oggetti si de-sostantificano, diventando luoghi di passaggio di flussi che li eccedono, collegando le macchine desideranti e dissolvendo la distinzione tra uomo e natura.

Rizomatica: cartografare il futuro

La rivista Rizomatica, nata nel 2019, ha l’obiettivo di «socializzare saperi senza fondare poteri», ispirandosi al concetto di rizoma di Deleuze e Guattari. Il rizoma è un sistema non gerarchico e non significante, definito dalla circolazione di stati, simile all’infrastruttura del World Wide Web.

Tuttavia, il web è stato riterritorializzato da multinazionali come GAFAM, che lo hanno trasformato in uno spazio di controllo e sfruttamento. Solo movimenti molecolari invisibili possono sfuggire a questo controllo, creando resistenze politiche digitali diffuse.

La rivista Rizomatica implementa i principi del rizoma pubblicando una varietà di voci che si concatenano senza una linea editoriale rigida. Gli autori scrivono sotto pseudonimo o con il loro nome, utilizzando stili e contenuti diversi per mettere a fuoco le superfici del potere. L’obiettivo è di raggiungere un piano di consistenza dove tutto interagisce con tutto, instaurando la differenza e ridisponendo le tessere del mosaico psichico collettivo.

Deleuze distingue tra tre tipi di libri: il libro-radice, frutto di un soggetto che proietta sull’oggetto; la radice fascicolata, che genera molteplici radici secondarie; e il libro-rizoma, che sviluppa ramificazioni in tutte le direzioni, catalizzando e redistribuendo significati. Scrivere in n-1 significa accedere a questa terza figura, dove il molteplice si realizza senza un’unità definita estrinsecamente.

Rizomatica è una rivista che non ha un inizio e una fine, ma alla quale si accede sempre nel mezzo, con articoli che si territorializzano e deterritorializzano continuamente. L’obiettivo è fare rizoma con il mondo, evolvendosi insieme ad esso, senza essere un calco del mondo ma sperimentando in presa diretta sul reale. La rivista cattura i flussi semiotici dell’infosfera, tracciando il futuro e restituendo il divenire nel suo movimento, per «cartografare contrade a venire».

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