Scoperto il segreto della sopravvivenza delle cicadi. Un’antica connessione con batteri

Il mistero della sopravvivenza delle cicadi, una specie di piante millenaria che ha nutrito i dinosauri, è stato finalmente svelato dal team di ricercatori della Duke University, il cui studio è stato pubblicato su Nature Ecology & Evolution, un’importante rivista scientifica.

Durante l’Era Mesozoica, iniziata 252 milioni di anni fa, le cicadi erano diffuse nelle foreste e costituivano una fonte di nutrimento per numerosi animali preistorici. Tuttavia, nel corso del tempo, molte di queste piante simili alle palme sono scomparse, perdendo il loro habitat a causa di eventi come la fine dell’Era Mesozoica, segnata da un catastrofico impatto di asteroide e attività vulcanica.

La nuova ricerca ha rivelato che le poche specie di cicadi sopravvissute hanno potuto far fronte alle sfide ambientali grazie a una connessione speciale con batteri simbiotici nelle loro radici. Questi batteri svolgono un ruolo chiave fornendo alle cicadi l’azoto essenziale per la loro crescita.

In un processo analogo a quello che coinvolge legumi e altre piante capaci di fissare l’azoto, le cicadi scambiano i loro zuccheri con i batteri nelle radici in cambio di azoto prelevato direttamente dall’atmosfera.

Michael Kipp

Lo studio, guidato da Michael Kipp della Duke University, ha analizzato fossili di piante cicadacee datati a milioni di anni fa, cercando di comprendere la storia climatica della Terra. I tessuti delle piante, capaci di fissare l’azoto, forniscono un prezioso record della composizione dell’atmosfera in cui sono cresciute nel corso del tempo.

In modo sorprendente, molti fossili di cicadi antiche non erano in grado di fissare l’azoto, appartenendo invece a linee evolutive ormai estinte.

Questa scoperta inaspettata ha fornito nuove informazioni sulla storia ecologica di queste piante attraverso le ere.
La metodologia innovativa di Kipp, che differisce dai tradizionali studi chimici condotti su organismi marini e sedimenti antichi,
ha contribuito a dimostrare che le cicadi sopravvissute hanno mantenuto la capacità
di fissare l’azoto grazie alla simbiosi con batteri nelle radici.

Il motivo per cui questa connessione batterica ha contribuito alla sopravvivenza delle cicadi rimane un enigma. Si ipotizza che possa aver giocato un ruolo cruciale nell’affrontare i cambiamenti climatici drammatici o nell’assicurare una migliore competizione con le piante angiosperme a crescita più rapida, che hanno prosperato dopo le estinzioni di massa.

Michael Kipp sottolinea che questa metodologia rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione della biologia e dell’adattamento delle piante nel corso dell’evoluzione.

Condividi sui social

Articoli correlati