Con CRISPR per comprendere le difese del sistema immunitario 

In un’epoca in cui la medicina personalizzata e le terapie mirate rappresentano la frontiera della ricerca oncologica, un nuovo studio porta speranza e innovazione nel campo dell’immunoterapia.

Ricercatori della Harvard Medical School, guidati dal post-dottorato Martin LaFleur nel laboratorio di Arlene Sharpe, hanno fatto passi da gigante nell’uso della tecnologia di editing genetico CRISPR per esplorare il complesso rapporto tra il sistema immunitario e il cancro.

Negli ultimi vent’anni, il sistema immunitario è emerso come un attore chiave nella lotta contro il cancro, con diverse immunoterapie che hanno ricevuto l’approvazione della FDA. Tuttavia, la comprensione di come esattamente il sistema immunitario riconosca e distrugga le cellule tumorali rimane parziale. Il laboratorio di Sharpe, presso l’Istituto Blavatnik della Harvard Medical School, si è dedicato a colmare questa lacuna attraverso l’uso innovativo di CRISPR.

CRISPR, acronimo di Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats, è una tecnologia che permette di modificare il DNA con precisione senza precedenti.

Sviluppato nel 2012, questo strumento ha rivoluzionato la ricerca biologica, tanto da valere ai suoi scopritori il Premio Nobel per la chimica nel 2020. Tuttavia, l’applicazione di CRISPR alle cellule immunitarie ha incontrato ostacoli significativi, dato che la modifica di queste cellule potrebbe alterarne la funzione biologica.

Il team di LaFleur e Sharpe ha superato queste sfide adottando un approccio unico: anziché modificare direttamente le cellule immunitarie, hanno mirato ai loro precursori, le cellule staminali del midollo osseo. Questo metodo, denominato CHImeric IMmune Editing (CHIME), consente di studiare la funzione dei geni immunitari senza compromettere la biologia delle cellule.

Attraverso CHIME, i ricercatori hanno dimostrato la possibilità di eliminare specifici geni immunitari, migliorando la capacità delle cellule T CD8+ di combattere il cancro. Questo studio, pubblicato su Nature Immunology, ha aperto la strada a un’immunoterapia più precisa ed efficace, permettendo l’eliminazione di più geni contemporaneamente e la modifica genetica in fasi diverse dello sviluppo cellulare.

L’obiettivo finale di questa ricerca è di ottimizzare l’immunità antitumorale, bilanciando la distruzione delle cellule cancerogene con la protezione delle cellule sane. Questi progressi non solo potrebbero rivoluzionare il trattamento del cancro, ma anche offrire nuove strategie terapeutiche per una vasta gamma di malattie guidate da disfunzioni del sistema immunitario.

I prossimi passi includono l’uso di un “codice a barre” genetico per monitorare le cellule immunitarie modificate, fornendo agli scienziati strumenti avanzati per studiare la funzione immunitaria in modelli animali di malattie.

Con queste innovazioni, LaFleur, Sharpe e il loro team sperano di aprire nuove frontiere nella ricerca immunologica, promettendo terapie più efficaci e mirate per il cancro e oltre.

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