Sperimentazioni cliniche no profit in Italia: luci e ombre del 2023
Nel panorama della ricerca oncologica in Italia, le sperimentazioni cliniche indipendenti faticano a decollare, pur registrando segnali positivi. Secondo i dati presentati durante il convegno nazionale “La valorizzazione della ricerca indipendente: opportunità, limiti e spunti operativi”, organizzato a Milano dalla FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) in collaborazione con la Fondazione RIDE2Med, nel 2023 gli studi clinici no profit hanno rappresentato solo il 17% del totale, in netto calo rispetto al 30% registrato nel 2004.
Tuttavia, dopo anni di flessione, nel 2023 si è registrata una crescita nel numero di studi indipendenti, passati da 98 a 106. Un dato significativo, considerando che uno su cinque riguarda potenziali nuove terapie oncologiche.
Le sfide della ricerca clinica indipendente in oncologia
Come evidenziato da Evaristo Maiello, presidente di FICOG, il calo degli studi no profit non riguarda solo l’Italia, ma è un fenomeno che tocca quasi tutti i Paesi occidentali: “Negli Stati Uniti, per esempio, questi studi si sono drasticamente ridotti, mentre fino a pochi anni fa rappresentavano un pilastro della ricerca oncologica”.
In Italia, le difficoltà maggiori derivano dalla mancanza di finanziamenti, da procedure burocratiche complesse e dalla mancata valorizzazione di figure professionali chiave come gli study coordinator e gli infermieri di ricerca. Questi ostacoli limitano fortemente l’avvio di nuovi studi.
Un’opportunità: il decreto del 30 novembre 2021
Uno spiraglio per il rilancio arriva dal decreto del 30 novembre 2021, che consente la cessione dei dati raccolti nelle sperimentazioni indipendenti ai fini della registrazione di nuovi trattamenti oncologici. Secondo Maiello, si tratta di “una possibilità concreta per rafforzare le collaborazioni tra ricerca profit e no profit”.
Anche Francesco Perrone, presidente dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), sottolinea il valore di questa nuova sinergia: “La condivisione dei dati consente di generare nuove risorse economiche da reinvestire in altri studi indipendenti. Un ruolo fondamentale è svolto dai gruppi cooperativi di ricerca e dalle società scientifiche”.
Tra le iniziative attive, spicca il gruppo di lavoro congiunto tra AIOM e FICOG sull’impiego dei Patient Reported Outcomes (PROs), strumenti che permettono ai pazienti di fornire un feedback diretto sulla qualità della vita e sulla tossicità dei trattamenti.
Il ruolo delle associazioni di pazienti nella ricerca clinica
Maiello evidenzia anche l’importanza della collaborazione con le associazioni di pazienti, fondamentali per il reclutamento dei partecipanti agli studi indipendenti. Un esempio concreto è la partecipazione della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) all’interno del gruppo di lavoro congiunto AIOM-FICOG.
La ricerca no profit come motore del sistema sanitario nazionale
“La ricerca può contribuire in modo attivo alla crescita del Sistema Sanitario Nazionale”, ha dichiarato Sergio Scaccabarozzi, vicepresidente della Fondazione RIDE2Med. “Quella no profit rappresenta un vero e proprio volano economico, capace di valorizzare l’impegno di ospedali e università”. Il futuro della ricerca oncologica italiana, ai vertici a livello internazionale, dipenderà dalla qualità degli studi e dalla capacità del sistema di sostenere e incentivare il settore no profit.