Teatro Umberto di Roma. “Intramuros”: un capolavoro contemporaneo che esalta la funzione sociale del teatro

Al Teatro Umberto di Roma è da poco calato il sipario su “Intramuros” del drammaturgo francese Alexis Michalik per la regia di Virginia Acqua: un’opera che intende riflettere sul valore e sull’importanza del teatro nell’esistenza di ciascuno. 

Tra gli attori protagonisti spiccano: Carlotta Proietti e Gianluigi Focaggi, coadiuvati da Ermenegildo Marciante, Valentina Marziali e Raffaele Proietti. L’inizio della pièce è in media res, con l’arrivo del giovane regista Riccardo in carcere, dove avrà inizio il suo seminario teatrale per la rieducazione dei detenuti: il suo aiuto regista è anche la sua ex moglie e insieme a loro c’è anche un’educatrice alle prime armi. 

Al corso, però, si presenteranno soltanto in due, Kevin – un tipo attaccabrighe – e il più anziano e pacato Angelo. Rammaricato Riccardo, non perderà le speranze e inizierà a coinvolgerli grazie all’aiuto della sua ex moglie, che proporrà esercizi di transfer psicologico dove il ragazzo e l’uomo adulto dovranno l’uno mettersi nei panni dell’altro e non pochi saranno i colpi di scena e le difficoltà in cui gli artisti si imbatteranno. Evidente sin dalle prime battute è l’assoluta chiusura di Angelo nei confronti del prossimo, che così spiega l’interprete Gianluigi Focacci : « Si tratta di un personaggio chiuso, introverso, che piano piano si aprirà grazie all’ausilio del teatro, che diverrà sia la chiave di volta che il vero protagonista della commedia». 

Uno spettacolo multiforme che richiede attenzione e particolare impegno da parte degli attori, a causa dei numerosi flash back e delle sotto-trame che lo attraversano: la stessa Carlotta Proietti sarà impegnata nel calarsi in più personaggi e vi riuscirà alla perfezione. 

Tante sono le storie che si intrecciano sullo sfondo di un’unica grande tela, che è rappresentata dal teatro, non solo strumento espressivo ma anche foriero di verità sottese e di emozioni represse. Grande è dunque la responsabilità degli attori, chiamati a un maggiore sforzo drammaturgico e in questo, eccelle il giovane Ermenegildo Marciante che interpreta Kevin –  il giovane detenuto pugliese  – spaziando da un registro comico a uno grave con estrema duttilità. « Per immedesimarmi nel difficile vissuto di questo personaggio – dichiara Marciante – mi sono ispirato ad alcune storie di ragazzi che vedevo quando vivevo in Puglia: è stato un ruolo catartico e complesso».

Una pièce che stupisce con i numerosi ed emozionanti colpi di scena e che riesce a coinvolgere il pubblico nella ricerca della verità, attraverso l’unione di tanti tasselli, che solo il teatro sa disvelare. 

“Intramuros”

 di Alexis Michalik

Traduzione e regia Virginia Acqua 

Con Carlotta Proietti, Gianluigi Fogacci, Ermenegildo Marciante, Valentina Marziali, Raffaele Proietti

Scene Fabiana Di Marco, costumi Susanna Proietti, luci Umile Vainieri, musiche Fabio Abate, assistente alla regia Maria Stella Taccone

produzione Politeama

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